La Via Francigena, la sua candidatura Unesco e la straordinaria opportunità turistica e culturale che rappresenta per tutt’Italia, come perno di un sistema nazionale ed europeo dei cammini.
Questi sono stati i temi affrontati martedì scorso al Senato della Repubblica nel corso di un’audizione con la quale la 7 commissione permanente dedicata a Istruzione e Beni culturali – guidata dal Presidente Riccardo Nencini e composta, tra gli altri, dalla senatrice parmense Maria Gabriella Saponara –, ha raccolto gli interventi del Sindaco di Fidenza, Andrea Massari Sindaco (Coordinatore dei Comuni emiliani attraversati dalla via Francigena), del professor Franco Cardini (Professore emerito di Storia medievale alla Normale di Pisa), di Massimo Tedeschi Tedeschi (Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene), Alberto Tirelli (Assessore al turismo del Comune di Siena) e Giampaolo Tellini, Sindaco del comune di Chiusi della Verna.
20 MILIONI DI INDOTTO
Il Sindaco di Fidenza ha inquadrato ai senatori le peculiarità della Via Francigena e la sua rilevanza all’interno di un sistema regionale che permette di percorrere ben 14 antiche vie di pellegrinaggio.
“Oggi la via Francigena è la Via Maestra – ha illustrato il Sindaco – che collega l’Europa del Nord con l’Europa del Mediterraneo, un link di oltre 3.000 km tra quattro Nazioni, 16 regioni europee e 657 Comuni o Borghi”.
Numeri alla mano, Massari ha stimato un indotto pari a 20 milioni di euro nel 2019, trend in costante crescita e dalle potenzialità enormi. Proprio a Fidenza, nel Collegio Gesuiti, sta per nascere la Domus Francigena – con spazi per l’ospitalità dei turisti, scuola per le attività didattiche e formative dei giovani studenti europei – ed è in cantiere il primo festival tematico dedicato alla VF e ai cammini.
CANDIDATURA UNESCO, FASE DECISIVA
La candidatura della Via Francigena a patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO è sostenuta da:
Italia
Inghilterra
Francia
Svizzera.
Un progetto di grande respiro culturale, ripartito da Fidenza nel 2015 grazie al lavoro collettivo dei Sindaci, che mette in rete quasi 400 beni culturali solo nel nostro Paese, dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. E tra questi spicca la Cattedrale di Fidenza.
Massari ha fatto il punto della situazione: dopo aver “ottenuto nel gennaio 2019 l’inserimento della Via Francigena nella tentative list ufficiale del Governo Italiano – passo fondamentale per portare la candidatura a Parigi, per l’approvazione Unesco –, nell’agosto 2020 lo studio di fattibilità europeo della candidatura è stato presentato ai Ministeri di Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia nonché della Santa Sede. Siamo quindi nel pieno di una fase decisiva per concludere la quale occorre il massimo sostegno politico e istituzionale da parte del sistema Paese”.
RIACCENDERE IL TURISMO, CON LA FRANCIGENA SI PUÒ FARE
Massimo Tedeschi, Presidente Aevf, “è l’uomo che ha avuto l’intuizione della Via Francigena, senza la quale oggi non potremmo promuoverla ai massimi livelli nazionali e internazionali”, dice di lui Massari.
E Tedeschi come vede questa fase complicata dalla pandemia?
Nel momento in cui si investe sulla ripartenza post Covid, è certo che “non vi è altra strada da percorrere se non quella di puntare sulla centralità del sistema arterioso dei cammini rappresentato dalla Via Francigena, dal punto di vista turistico e culturale – osserva il Presidente –. Si tratta di un itinerario culturale lungo 3200 km, dei quali due terzi sono in Italia, in grado di valorizzare aree interne, rurali ed appenniniche, borghi e piccoli comuni di provincia che, proprio grazie alla Via Francigena, hanno la possibilità di rafforzare la propria identità e accrescere l’economia locale. Migliaia sono stati i pellegrini provenienti da tutta Europa e anche da fuori Europa che, in epoca pre-covid, hanno percorso la Via Francigena; l’obiettivo è ora di intercettare la voglia di ripartire, che è molto grande, e di riportare i pellegrini sulla Francigena, migliorando i servizi, l’accoglienza e la sicurezza del percorso”.
I NUMERI DELLA FRANCIGENA
CHE SA CONQUISTARE I GIOVANI
Nel 2019 sono stati 50.000 i pellegrini in movimento sulla Via Francigena, provenienti da oltre 60 Paesi. Aumentano ancora i camminatori più giovani della fascia d’età 25-34 anni. L’80% si è spostato a piedi, poco meno del 20% in bici. Tra le mete top italiane per iniziare l’esperienza figurano il Passo del Gran San Bernardo, Lucca, Siena, Fidenza e Pavia. I grandi appassionati della Via Francigena, in cima alla classifica, si confermano francesi, tedeschi e svizzeri, mentre in ambito extraeuropeo si rafforzano gli arrivi da Stati Uniti e Canada. In Asia emergono Cina, Corea del Sud e Giappone. Nel 2020, primo anno covid, le limitazioni internazionali alla mobilità hanno ridotto gli arrivi da tutto il mondo ma attenzione, anche in questo caso, ai numeri: nei quattro mesi tra luglio e ottobre il numero di credenziali vendute è stato più alto che nello stesso periodo del 2019. Un fatto significativo che ci dice come l’esperienza outdoor, lenta e in piena sicurezza rispetto ai rischi covid, è stata scelta dai turisti.
LE NUOVE PROPOSTE AVANZATE IN SENATO
Tutti gli indicatori certificano che la Via Francigena è una miniera d’oro sociale, economica e culturale. Una miniera sulla quale deve agire in modo coordinato il Paese. A livello locale, attraverso i Comuni che sono i custodi essenziali. Al Governo centrale Massari ha indirizzato queste proposte: inserire il cammino nel Piano strategico nazionale del turismo; trattarlo come case history per il rilancio del turismo italiano; promuovere la Francigena e il sistema dei cammini come prodotti di bandiera attraverso l’Agenzia nazionale del turismo e migliorare il sistema di accoglienza per viandanti, escursionisti e pellegrini, anche recuperando gli immobili pubblici lungo i cammini che potrebbero ostelli, piccoli hotel, punti ristoro/assistenza.