“Premiata una stagione che ha mescolato grandi nomi a nuovi talenti”.
I migliori: il comico Migone, Monica Guerritore e il trio Gleijeses, Poli, Bargilli
“A conti fatti, sono decisamente soddisfatta della stagione teatrale 2014-2015, il cartellone andato in scena al Teatro Magnani è stato più forte della crisi”.
Con queste parole Alessia Gruzza, vicesindaco con delega alla Cultura, commenta il bilancio dei sette spettacoli che dal 19 dicembre 2014 al 28 marzo scorso “hanno visto calcare il palco del Magnani nomi come Michele Placido col suo strepitoso Re Lear, Monica Guerritore, Tullio Solenghi, Paolo Migone e proposte scelte per dare spazio ai nuovi talenti del circuito teatrale italiano, come gli Oblivion col loro Othello irriverente o il Chelsea Hotel, mito della cultura underground americana, magnificamente raccontato da Massimo Cotto, speaker di Virgin Radio”.
Nei numeri, “sfioriamo un 10% di pubblico in più, mentre le due serate che hanno portato poco meno di 400 spettatori ciascuna sono quella del 21 febbraio (lo spettacolo di Paolo Migone, “Completamente spettinato”) e del 31 gennaio, con il grande classico “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde, con Geppy Gleijeses, Lucia Poli e Marianella Bargilli. Sui 300 spettatori si è attestata la rappresentazione di Placido che la pièce “Qualcosa rimane”, di Donald Margulies, interpretata proprio dalla Guerritore”.
Numeri dai quali “emerge bene che Fidenza è una realtà teatrale importante, viva e dinamica grazie all’impegno del Comune che, pur fra mille difficoltà, continua a credere in questo investimento culturale e, soprattutto, grazie alla curiosità e all’attenzione dei fidentini per le proposte di qualità”.
La Gruzza osserva che “in un anno difficilissimo per la crisi, in cui la cultura è stata la prima a farne le spese in tutt’Italia, abbiamo avuto un piccolo calo degli abbonati (14 unità) ma sono aumentati sensibilmente i biglietti venduti alla cassa del Teatro. Ecco perché a Fidenza, lo possiamo dire, si è affermato un piccolo modello positivo e controtendenza, perché qui il Teatro è parte della quotidianità e non un optional. Un segnale di cui andare fieri e che ci spingerà a fare del nostro meglio anche per la prossima stagione teatrale”