LA BUONA SCUOLA PARTE ANCHE DA FIDENZA

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Data:

14 Novembre 2014

Tempo di lettura:

3 min

LA BUONA SCUOLA PARTE ANCHE DA FIDENZA

La città parte attiva nel dibattito nazionale lanciato dal Premier Renzi

Stamani gli stati generali con gli onorevoli Malpezzi e Romanini

 

Fidenza, 13 novembre 2014 – «’Se per fare la buona scuola non basta solo un Governo, ci vuole un Paese intero’, come si legge nelle linee guida della riforma, l’incontro di oggi è il contributo del nostro territorio. La scuola è lo strumento fondamentale per formare i cittadini di domani a livello culturale, professionale e civile ed è importante che il territorio partecipi e discuta, anche per avviare delle collaborazioni concrete nell’ottica del miglioramento del servizio e della sua fruibilità da parte dell’utenza», ha spiegato il vicesindaco con delega alla Scuola, Alessia Gruzza, aprendo il tavolo di lavoro sulla Buona scuola, che si è tenuto stamani al Centro polivalente San Michele.

 

«Siamo e vogliamo essere parte attiva nella creazione della Buona scuola. Come amministratori ci sentiamo ancora più stimolati dalla possibilità di apportare un contributo concreto alla riforma che cambierà la scuola, per dare ai nostri figli e ai giovani di Fidenza una formazione più completa, moderna e al passo con i tempi». Così il sindaco Andrea Massari ha sottolineato l’importanza della partecipazione di Fidenza e del territorio provinciale al grande dibattito nazionale sulla scuola, intervenendo stamani alla tavola rotonda sulla riforma Renzi che ha visto un parterre di relatori di alto livello, tra i quali l’onorevole Simona Malpezzi, membro della VII Commissione dedicata all’Istruzione e l’onorevole Giuseppe Romanini, già assessore provinciale alla Scuola.

 

«Fidenza sta partecipando attivamente alla campagna di ascolto lanciata dal Governo perché ne ha colto l’importanza; dalla campagna, infatti, sono emerse delle criticità delle quali terremo conto nella stesura della legge: il Paese va ascoltato, soprattutto se presenta delle proposte costruttive. Dopo il 15 novembre prenderà il via la fase dei decreti per consentire alle scuole di avere in settembre l’organico funzionale. Saranno assunte 149mila persone: questo è il primo passaggio per costruire l’autonomia scolastica», ha spiegato l’onorevole Simona Malpezzi.

 

Moderatore dell’incontro è stato l’onorevole Giuseppe Romanini: «Bisogna investire risorse nella scuola in modo da permettere una formazione continua degli insegnanti che si traduce in una migliore istruzione dei ragazzi. Occorre altresì lavorare per rafforzare e rendere concreti i rapporti della scuola con il mondo del lavoro».

 

Dal dibattito è emerso che affinché la buona scuola sia fondata sul lavoro è necessario rendere praticabili i percorsi, eliminando tutti i vincoli attuali per favorire prassi che agevolino i rapporti tra la scuola e le imprese per far convergere i due mondi, prendendo magari ad esempio il sistema duale tedesco, come ha illustrato Margherita Rabaglia, dirigente dell’Itsos “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo.

 

Lucia Araldi, dirigente dell’istituto Comprensivo di Salsomaggiore Terme, ha sottolineato che il punto nodale della riforma deve essere la valorizzazione dell’autonomia scolastica in tutti i suoi aspetti: amministrativi, gestionali, finanziari, anche se normati dall’amministrazione centrale. Occorre partire dalle singole realtà scolastiche con l’analisi dei bisogni reali e la valorizzazione delle risorse.

 

La scuola deve essere al passo con i tempi e, come ha spiegato Beatrice Aimi, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Paciolo-D’Annunzio”, il documento è positivo ma occorre puntare maggiormente sulla tecnologia come strumento che permette un maggior coinvolgimento degli studenti nel loro percorso di apprendimento, poiché favorisce una didattica più attiva.

 

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