AREA ARCHEOLOGICA, IMPEGNO RISPETTATO: CONCLUSI I LAVORI DEL GRANDE RESTAURO DI UN SIMBOLO DI FIDENZA

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Data:

20 Ottobre 2017

Tempo di lettura:

4 min

 

 

Fidenza, 18 ottobre 2017 – Piazza Grandi, zona archeologica. Un patrimonio storico, monumentale e urbano di tutta la Città, che da oltre 10 anni attendeva un importante intervento di restauro, in grado di completare il percorso propulsivo avviato nel maggio del 1998 grazie ad un lavoro in team tra i professori-architetti Adolfo Natalini e Vittorio Savi, da un lato, e dell’ufficio tecnico comunale, dall’altro, cui fece seguito nel 2007 un primo blocco di manutenzioni straordinarie per il consolidamento del ponte romano. Oggi quell’intervento così speciale si è concluso e l’intera area è stata riconsegnata alla Comunità in tutta la sua bellezza e ricca di significati che parlano di memoria – il sito sarà uno dei protagonisti del Festival Internazionale della Storia, con un evento dedicato, sabato 21 ottobre –, di lavori pubblici che mai come in questi tre anni stanno cambiando il volto di Fidenza.

Che parlano di buona urbanistica al servizio di tutti. Perché?

Lo spiega il Vicesindaco Giancarlo Castellani: “Perché i 115.000 euro necessari per i lavori di restauro sono stati pagati dal privato grazie all’accordo che ha permesso la nascita della nuova Coop nel quartiere Gigliati. Privato che si chiama società Panama Blu, controllata da Coop Alleanza 3.0 e che ha investito sul territorio oltre 2.200.000 euro in interventi, a cominciare da un altro grande restauro, quello dello scalone monumentale dentro al palazzo delle Orsoline, consegnato lo scorso 7 ottobre. Spesso sento dire che i temi urbanistici sono molto complessi e per questo poco popolari. Ma qui abbiamo la dimostrazione lampante del contrario: accordi chiari per impegni altrettanto netti a favore di Fidenza e dei fidentini. Attenzione, però, la vicenda della zona archeologica ci affida anche un altro messaggio positivo, quello di una stagione nuova a Fidenza, in cui grandi spazi pubblici tornano al centro della vita della Comunità: scalone, zona archeologica e palazzo ex Licei, riaperto dopo 20 anni, sono i simboli di questo impegno”.

 

Davide Malvisi, assessore ai Lavori pubblici, è “molto, molto soddisfatto. Una Città che cresce come sta facendo Fidenza in questo triennio è una città che imposta nuovi fondamentali. Nuovi fondamentali per le manutenzioni, evitando che venga rimandato a domani quello che si può fare oggi. I soldi dei contribuenti vanno rispettati e noi lo facciamo così. Nuovi fondamentali per realizzare le infrastrutture che aspettavamo da 20 anni e per le grandi riqualifcazioni di quello che avevamo già ma che era ridotto male. La zona archeologica non è una conseguenza di questa stagione, ma ne è l’innesco, perché la Fidenza migliore che stiamo realizzando col contributo di tantissimi cittadini, è una Città orgogliosa delle sue radici e dei suoi simboli. Il ponte romano e tutta l’area monumentale che ruota attorno alla Cattedrale sono simboli di Fidenza e sono lieto che l’impegno assunto lo scorso giugno sia stato rispettato, peraltro con una più che positiva partnership con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, grazie al lavoro appassionato dell’Arch. Paola Madoni, che ringrazio”.

 

UN’ESTATE AL LAVORO. SENZA STOP

Il cantiere avviato il 29 maggio “è stato ultimato nei tempi previsti, attuato con regolarità ed esiti molto soddisfacenti grazie alla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla ditta esecutrice e dai restauratori che hanno lavorato per tutti i mesi estivi senza interruzione, grazie al supporto professionale alla direzione dei lavori del prof. Stefano Volta, già progettista degli interventi di restauro, nonché alla proficua e costante collaborazione della Soprintendenza e l’arch. Madoni – commenta Cecilia Amighetti, Ufficio tecnico comunale, responsabile unico del procedimento –. Il risultato ottenuto è quello non solo della messa in sicurezza, dal punto di vista conservativo, dell’importante patrimonio storico, ma anche del suo recupero in termini di decoro e rinnovata dignità complessiva dell’area”.

Il restauro ha toccato tutte le murature, risolvendo le criticità che un accurato rilievo archeologico tridimensionale aveva portato in luce. Si è intervenuti su tanti aspetti: dal ripristino della quota corretta del livello del terreno (per contenere le spinte e la statica delle murature, che ormai esponevano parte delle fondazioni) al trattamento biocida per eliminare erbe infestanti. Sono stati risolti i difetti di coesione dei materiali costitutivi con iniezioni a siringa di malta di calce idraulica naturale micronizzata, sono state consolidate le porzioni di muratura in crollo e infine: è stato stuccato il sottolivello dei bordi della zona in distacco, sono stati inseriti dei connettori in acciaio per collegare la zona in crollo con la muratura di supporto e ripristinate le porzioni mancanti di muratura recuperando i laterizi e i sassi originali che si trovano a terra nell’area di scavo, senza l’integrazione di materiali esterni.

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