ESSERE UNITI NELLA DIVERSITA’ DIVENTA UN MOMENTO DI FESTA

Dettagli della notizia:

Data:

30 Maggio 2016

Tempo di lettura:

3 min

Si è conclusa stamani al Don Bosco l’edizione 2016 del Progetto Calamaio.

Mattinata di gioco e divertimento per i ragazzi della Cooperativa Arcolbaleno,

della Cooperativa sociale Eidé e delle scuole cittadine

 

Fidenza, 30 maggio 2016 – Tra mimi, cartoline recitate e risate in compagnia con gli attori dell’associazione Fuori di Teatro si è concluso al Don Bosco il Progetto Calamaio, che ogni anno si propone di contribuire alla presa di coscienza dei bambini e degli adulti attraverso l’incontro/confronto con l’alterità. Attraverso il dialogo e l’incontro il progetto mira a stimolare lo sviluppo di un’identità critica, della coscienza di sé e dell’altro, dell’accettazione del proprio essere.

C’erano tutti, stamani, i protagonisti di “Felici di avere dei difetti”, l’edizione 2016 del Progetto Calamaio: i ragazzi della Cooperativa Arcobaleno, gli alunni delle scuole dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di 1° grado di Fidenza e la Cooperativa sociale Eidé, che stimolati dalla fantasia degli attori dell’associazione Fuori di Teatro si sono lanciati in mimi improvvisati, quiz mimati, cartoline virtuali recitate e tante situazioni dove ognuno si è messo in gioco.

E’ stato un mento di festa che ben ha mostrato come i ragazzi abbiano sviluppato una conoscenza di sé e dei propri limiti e scoperto le risorse per diventare felici di se stessi. Attraverso l’incontro con la diversità, i bambini e i ragazzi si sono confrontati con la propria persona. L’altro, diverso, ha aiutato a ridimensionare il proprio egocentrismo e a comprendere che difetti per noi insuperabili sono nulla rispetto alle risorse che possiamo mettere in campo.

L’incontro/confronto con la diversità è avvenuto tramite il linguaggio filmico, della narrazione e dell’illustrazione ma anche attraverso l’incontro diretto con persone “differenti” per abilità, aspetto esteriore, modo di esprimersi, tempi e ritmi di vita. Questa differenza è stata per i ragazzi il paradigma della presunta normalità e il motore che li ha spinti a interrogarsi sul ruolo che loro possono avere nel favorire l’integrazione e l’inclusione, e su come valorizzare l’altro per ciò che è come persona.

Il titolo del progetto è azzeccatissimo. ‘Felici di avere dei difetti’ ha messo i ragazzi davanti alla realtà: la perfezione nell’essere umano non esiste e sono proprio le peculiarità, nel bene e nel male, che ci rendono unici. I difetti possono rivelarsi delle ricchezze e prendere coscienza dei nostri limiti significa comprendere come sfruttare al meglio le nostre capacità. Per ogni cosa che non sappiamo fare, ce ne sono tantissime altre in cui siamo bravissimi. La diversità non è una mancanza, è semplicemente un modo diverso e altrettanto interessante di essere”, ha spiegato l’assessore al Welfare, Alessia Frangipane.

Questo progetto è un’ottima opportunità di crescita per i bambini: li aiuta a prendere coscienza di sé e dell’altro e a sviluppare quella cultura della diversità che tutti dovremmo avere, perché è una risorsa per superare stereotipi e pregiudizi in nome dell’integrazione e del rispetto dell’altro”, ha detto l’assessore ai Lavori pubblici, Davide Malvisi.

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