FIDENZA CAPITALE DEL FORMAGGIO CON IL NUOVO PROGETTO DI STAGIONATURA. UN IMPEGNO ETICO E DI RICERCA NATO SULLA VIA FRANCIGENA

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Data:

12 Maggio 2017

Tempo di lettura:

4 min

Un team di esperti ha presentato la start up “La Bottega nel Pascolo” con sede ai Gesuiti

Massari: “Fidenza culla della cultura agroalimentare che sostiene chi investe nel settore”

 

Fidenza, 12 maggio 2017 – Fidenza per un giorno è stata la capitale del cheese di qualità. Nella città dove la via Francigena incrocia la via Emilia e dove l’agroalimentare rappresenta un’eccellenza, pubblico e privato si sono incontrati per un duplice obiettivo: dare vita a una start up di stagionatura di formaggi di latte nobile e dare una nuova vita a un palazzo storico cittadino. Protagonisti della bella avventura sono l’imprenditore piemontese Gian Domenico Negro, l’imprenditore fidentino Aurelio Borlenghi e il Collegio dei Gesuiti di Fidenza. A presentarla e festeggiarla è stato un team di esperti che ne ha sottolineato il valore culturale, tradizionale e qualitativo.

Come ha spiegato il sindaco Andrea Massari, “Fidenza è tra le culle della cultura dell’agroalimentare in generale e del made in Parma, in particolare. Dire Parmigiano-Reggiano da noi significa parlare di oltre 30.000.000 di euro di forme prodotte ogni anno, oltre mille persone occupate nel settore. Significa parlare di produzioni che da questa piccola città di 26.700 abitanti sono partite per conquistare riconoscimenti e mercati nazionali ed internazionali. Significa parlare della nostra piccola, grande perla di #Borgofood, l’evento che Luigi Franchi insieme a noi ha lanciato in collaborazione con Slow Food Emilia-Romagna, con Fa la cosa giusta, con Le strade del Culatello, il Consorzio del Parmigiano e tanti altri; un evento che si è imposto come uno dei primi tre dedicati all’agroalimentare in tutta la provincia”. Ma soprattutto, come ha sottolineato Massari, “La Bottega nel Pascolo è un’esperienza che nasce dalla passione e dalla vivacità imprenditoriale e da un Comune che si mette in ascolto e sostiene chi investe in questa direzione e lo fa aprendo le porte di uno dei gioielli di famiglia, il monumentale complesso settecentesco del Collegio dei Gesuiti. Crediamo che Bottega nel Pascolo qui abbia trovato una casa ideale, proprio perché il progetto rispetta questa essenza culturale, portando a Fidenza culture e tradizioni casearie di straordinario valore, maturate con sapienza nei secoli e in tutt’Italia. Esperienze che da qui potranno essere irradiate, fatte conoscere e apprezzare”.

Questo progetto ben si sposa con l’essenza della Via Francigena, itinerario culturale del Consiglio d’Europa. Ciò che caratterizza la Via Francigena è il camminare lento e chi cammina lento assapora il territorio e viene a contatto con la sua cultura e le sue tradizioni. L’aspetto culturale del cibo per noi è importantissimo e ne valorizziamo la genuinità e l’autenticità”, ha detto il Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, Massimo Tedeschi.

La qualità del progetto è stata spiegata da Gian Domenico Negro, ideatore del progetto e, come ama definirsi, allevatore di formaggi: “Questi formaggi hanno un valore perché rappresentano la cultura delle generazioni che ci hanno preceduti, tra le quali l’allevamento e la caseificazione al pascolo. Allevare i formaggi per me significa educare i produttori alla qualità, preservare la tradizione e la genuinità, affinare i formaggi per farli arrivare nella loro forma migliore: buoni, sani e salubri. I nostri formaggi sono solo di animali da pascolo, a latte crudo e di piccole aziende. Dobbiamo riappropriarci delle nostre tradizioni agricole”.

A illustrare la validità del progetto è stato un team di esperti di primissimo piano, moderati da Licia Granello, giornalista di “La Repubblica”: Piero Sardo della Fondazione Slow Food per la Biodiversità; Roberto Rubino, ricercatore e Presidente dell’Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo (Anfosc); Adriano Gallevi dell’Associazione Latte Nobile Italiano (Alni); Giacomo Toscani, vicepresidente dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi (Onaf); Cinzia Scaffidi, vicepresidente di Slow Food; Gianni Fabrizio, curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.

Gli esperti hanno illustrato come sia scientificamente provato che la qualità del latte e quindi del formaggio dipenda principalmente dall’alimentazione degli animali. Il latte prodotto da animali che si nutrono al pascolo è più sano e genuino rispetto al latte prodotto da animali alimentati a mangimi. Il latte nobile, che è diventato un marchio collettivo di qualità, proviene da animali alimentati, secondo uno specifico disciplinare, al 70% da foraggi e al 30% da granaglie. Nel caso del latte vaccino nobile, il betacarotene e la vitamina E hanno un alto grado di protezione antiossidante che il latte di produzione massiva non possiede.

I prodotti che sono in stagionatura a Fidenza sono formaggi di capra, di pecora e di vacca di qualità, provenienti da tutta Italia, prodotti con latte nobile crudo. Questi squisiti formaggi si trovano in vendita solo presso pochi rivenditori selezionati.

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