Un consiglio comunale straordinario ha chiuso il cartellone del Mese del Dialetto
e ha sancito l’avvio di azioni mirate alla salvaguardia e diffusione del vernacolo borghigiano
Fidenza, 14 marzo 2015 – Il dialetto è cultura, storia e colore; è il tratto tipico e identificativo della nostra comunità e in quanto tale va coltivato, valorizzato e promosso. Questo è l’impegno che il consiglio comunale ha preso oggi ufficialmente, riunendosi in una seduta straordinaria al Ridotto del Teatro Magnani, un incontro che conclude la prima edizione del Mese del Dialetto.
“Le lingue, come i popoli, sopravvivono solo se sanno rinnovarsi e contaminarsi. Il dialetto non è nemico della lingua nazionale, come spesso si sente dire, è l’orgoglio delle nostre radici: è il linguaggio che accoglie e facilita il confronto tra presente e passato. Purtroppo è stato vittima della mentalità distruttiva che, fin dagli anni ’60, lo aveva bollato come lingua da evitare a favore dell’italiano e così un’intera generazione ha perso il contatto con un mondo linguistico così importante e ricco di storia. La scuola deve favorire il recupero del dialetto che è una miniera inesauribile di approvvigionamento culturale”, ha detto il vicepresidente del consiglio comunale, Luca Pollastri, aprendo la seduta.
I vernacolisti borghigiani dell’Accademia del Rùmel Franco Giordani, Germano Boschesi e Adriano Gainotti hanno portato la loro testimonianza sul dialetto, ricordando come da piccoli il dialetto fosse la lingua che si parlava in casa e l’italiano quella che si imparava a scuola, le contaminazioni tra italiano e dialetto che danno origine a curiosi modi di dire in “dialetto italianizzato”, e la difficoltà di una corretta scrittura del vernacolo. I tre studiosi del dialetto fidentino hanno poi letto ai ragazzi delle scuole, che hanno gremito il Ridotto, alcune poesie e brani in vernacolo.
“Il dialetto non è solo una lingua: è il modo più genuino, spontaneo e sincero di parlare e rappresenta la nostre radici. Bisogna recuperare la cultura del dialetto, che le nuove generazioni hanno perso, incentivandone lo studio e stimolando la curiosità attraverso tutti i mezzi: poesia, musica, teatro… Quest’anno abbiamo introdotto il “Mese del dialetto” con una proposta di eventi di diverso genere: dall’incontro tra vernacolisti per un confronto tra dialetti diversi al concerto di Davide Van De Sfroos, all’opera di Guccini. Questa iniziativa segna l’inizio del nostro impegno per valorizzare e diffondere il dialetto, un patrimonio così importante che anche la Regione Emilia-Romagna ha varato una legge (n.16 del 18 luglio 2014) per ‘la salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna nelle loro espressioni orali e letterarie, popolari e colte, quali parte integrante del patrimonio storico, civile e culturale regionale e si adopera affinché tale patrimonio resti fruibile alle future generazioni attraverso la trasmissione delle sue diverse forme e manifestazioni’ ”, ha spiegato il vicesindaco con delega alla Cultura, Alessia Gruzza.
“L’amministrazione comunale, con l’appoggio unanime del consiglio comunale, si impegna oggi a valorizzare e promuovere il nostro dialetto. Proseguiamo un cammino che viene da lontano perché da anni vi sono fidentini impegnati nello studio e nella divulgazione del vernacolo. Credo che il vero valore dell’impegno che assumiamo oggi siano il dibattito e la sinergia: strumenti indispensabili per mettere in campo azioni mirate ed efficaci. L’uso del dialetto, soprattutto tra le nuove generazioni è in costante calo e vi è il rischio concreto che tale patrimonio vada perduto, ecco perché occorre intervenire per salvaguardare e tramandare quel patrimonio culturale che più di ogni altro ci rappresenta in quanto tratto distintivo della nostra comunità” ha sottolineato il sindaco Andrea Massari.
Nel corso del consiglio comunale è stato presentato un ordine del giorno dal titolo “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti” che sarà discusso nella prossima seduta consiliare.