“La bandiera col tryzub, il tridente simbolo nazionale ucraino, da oggi sventola sui pennoni del Municipio, a fianco di quella italiana e di quella Europea. Una bandiera donata col cuore alla Comunità di Fidenza da cittadine e cittadini dell’Ucraina, un Paese coraggioso che da solo sta cercando di resistere all’invasione folle scatenata dal dittatore Putin. Sì, la nostra è stata una scelta forte, qualcuno dirà che coi simboli la resistenza ucraina non andrà avanti a lungo, ma credo che è dalle scelte di cuore che bisogna iniziare per fermare la pazzia”.
Così il Sindaco Andrea Massari commenta “la toccante cerimonia” che alle ore 15 si è tenuta in piazza Garibaldi, quando una delegazione istituzionale – composta da Massari, dal Vicesindaco Malvisi, dall’Assessore Frangipane, dalla Presidente del Consiglio comunale Rita Sartori – ha incontrato nel cuore di piazza Garibaldi un gruppo di cittadini Ucraini residenti in città. Due gruppi avvolti dal tricolore italiano, posato sul labaro dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
Tanti i fidentini che si sono fatti trovare in piazza, moltissima commozione che è giunta all’acme quando Ocsana, a nome della Comunità ucraina, ha donato la bandiera al Sindaco, ricevendo a sua volta la bandiera col vessillo della Città di Fidenza.
“Oggi siamo qui, sotto le bandiere italiana ed europea, che sventolano dal Municipio, per dire che l’integrazione può esistere e si può vivere insieme, rispettando le regole e condividendo un modello di società che protegge le persone, le famiglie, l’ambiente, che accompagna l’economia – ha detto Massari –. Desideriamo che il popolo Ucraino non si senta solo e per questo contraccambio il vostro dono affidandovi la nostra bandiera, perché possiate farla vedere in Ucraina testimoniando con essa che siamo con voi”.
“I nostri cuori sono in Ucraina perché lì ci sono amici, parenti, bambini, pezzi di intere famiglie”, spiega Ocsana, fermandosi di colpo per trattenere le lacrime nei grandi occhi azzurri. Poco prima raccontava di aver investito i risparmi di una vita per acquistare e ristrutturare un appartamento nel quale tornare, un giorno o l’altro. Ora teme che venga colpito dalle bombe russe e tutto vada in fumo.
I
racconti che si susseguono sono anche peggiori dei lanci delle
agenzie di stampa. C’è chi ha il terrore per l’arrivo dei
militari ceceni al soldo di Putin, chi ricorda come intere famiglie
si siano separate, con vecchi, donne e bambini in fuga dalla zona del
fronte e i maschi dai 18 anni in su costretti a restare a Kyev, per
una rapido corso di formazione, prima di imbracciare i fucili
d’assalto. Tutti sono certi che quello dei russi non sarà un
blitz. “Vogliono
cercare e uccidere il nostro Presidente per mettere uno dei loro”,
afferma un’altra donna, mentre alcuni degli ultimi, drammatici,
video passano da un telefono all’altro.
Europa e Nato sono le
parole più ricorrenti. Si spera in un loro intervento, “ma
un intervento vero, perché le sanzioni da sole non bastano. Non
bastano nemmeno le armi che ci hanno mandato. Ieri i russi per tre
ore hanno bombardato in modo scientifico tutti i depositi”.
“Il nostro popolo è forte, difenderemo l’Ucraina fino alla fine – lo dice col cuore in gola, Iulia –. Nel 2014 sono scappata dalla guerra portata dai russi per raggiungere qui mia madre. Oggi come allora viviamo le stesse cose e sogniamo l’Europa. Abbiamo bisogno dell’Unione Europea, della libertà e dell’indipendenza, le grandi parole con cui vogliamo andare avanti”.
Le fa eco Tatiana: “Non abbiamo paura, non temiamo niente ma ricordiamoci che tutto si può risolvere, mettendoci intorno ad un tavolo con amore e compassione. Con russi e bielorussi siamo cresciuti insieme e le nostre rispettive famiglie sono da una parte e dall’altra dei confini”.
La
saggezza che fa sempre capolino nella disperazione, porta Iulia a
ricordare la cosa più semplice: “Aiutate
il mio popolo in ogni modo possibile. Vi prego di mettervi al mio
posto e al posto del mio Paese e di domandarvi come fareste a
superare una tragedia così”.
Intanto la bandiera blu e gialla viene issata sul Municipio, e
questa piccola parte di Ucraina a Fidenza inizia a cantare il suo
inno nazionale. “Avete
visto i colori? Sono gli stessi della bandiera di Parma”,
ricorda una voce in disparte, che sfuma in un sospiro lunghissimo.