MACBETH DIRETTO E INTERPRETATO DA FRANCO BRANCIAROLI IN SCENA AL TEATRO MAGNANI

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Data:

20 Gennaio 2017

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4 min

La tragedia più breve del Bardo – divenuta nei secoli archetipo della brama di potere e dei pericoli che essa porta con sé- in scena mercoledì 25 gennaio alle ore 21.00. Tra gli interpreti, Valentina Violo nel ruolo di Lady Macbeth. Traduzione di Agostino Lombardo, scene di Margherita Palli, costumi di Gianluca Sbicca, luci di Gigi Saccomandi

 

Uno tra i più conosciuti ed amati drammi di William Shakespeare, la sua tragedia più breve, composta tra il 1605 e il 1608 e divenuta nel corso dei secoli con le sue innumerevoli rappresentazioni teatrali e adattamenti cinematografici – senza contare la versione operistica musicata da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave – l’archetipo della brama di potere e dei pericoli che essa porta con sé.

 

Con Macbeth diretto e interpretato da Franco Branciaroli continua mercoledì 25 gennaio 2017 alle ore 21.00 la Stagione Teatrale 2016-2017 del Teatro Magnani di Fidenza, curata da ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna nell’ambito del Circuito Regionale Multidisciplinare. Con Branciaroli sul palco Valentina Violo nel ruolo di Lady Macbeth, Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso. La traduzione è curata da Agostino Lombardo, le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Gigi Saccomandi. Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Teatro de Gli Incamminati.

 

Nell’occasione del 400° anniversario della morte del Bardo, Franco Branciaroli si confronta di nuovo con Macbeth, dopo esserne stato già protagonista nell’edizione diretta da Giancarlo Sepe nel 1994. Tra i vari spettacoli shakespeariani di cui è stato protagonista, ricordiamo almeno l’Otello diretto da Gabriele Lavia, in cui duettava con Umberto Orsini nel ruolo di Jago (1995); La bisbetica domata diretta da Marco Sciaccaluga, con Mariangela Melato nel ruolo del titolo, e il Riccardo III diretto da Antonio Calenda (1997). Primo attore da testi eterni, che ha onorato sempre la funzione rivelatoria e sacra del teatro, non poteva dunque non ritornare alla grande tragedia scozzese.

 

Franco Branciaroli su Macbeth

“Il Macbeth inizia da un mondo esterno in guerra, dove caratteristiche come efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della corte, una società patriarcale civilizzata regolata da leggi divine. La violenza che si applica all’esterno non vale per l’interno, altrimenti tutto salta e tra il dentro e il fuori non c’è più differenza, tutto diventa guerra. Macbeth a un certo punto sceglie di portare la violenza all’interno e a questo si somma il fatto che anche la Lady, la sua parte femminile, si snatura e prende caratteristiche maschili: allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe, che storicamente rappresentano la minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua moglie, che viola il suo ruolo sociale di donna agendo come agirebbe un uomo. Al caos generato da donne che sono uomini (ovvero da una natura femminile perversa) solo un “non nato di donna” potrà porre fine. Ma il dramma è ancora più complesso e tremendo: Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. In più, la sua vittoria è sterile perché non ha eredi, e questa sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono al figlio di un altro. Il Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali. Intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male pulsa”.

 

Costo dei biglietti: da 20 euro a 10 euro. Per informazioni: telefono 0524517510, aggiornamenti sulla pagina facebook Teatro Magnani Fidenza

 

Prossimo spettacolo in cartellone al Teatro Magnani di Fidenza, mercoledì 1 febbraio: Le Prenom (Cena tra amici) di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière per la regia di Antonio Zavatteri.

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