“NON LAVORARE STANCA” E IL TEATRO DELL’OPPRESSO SBARCA A FIDENZA

Dettagli della notizia:

Data:

04 Maggio 2015

Tempo di lettura:

2 min

Sabato 9 giugno al Centro “Il Ponte” si terrà uno stage dedicato a chi cerca lavoro

Le iscrizioni sono aperte fino al 30 maggio

 

Fidenza, 4 maggio 2015 – Il Teatro dell’Oppresso sbarca a Fidenza con uno stage dedicato a chi cerca lavoro. Il 6 giugno il Centro socio-riabilitativo “Il Ponte” ospiterà uno stage di TdO dal titolo “Non lavorare stanca”.

Lo stage è un’esplorazione di chi cerca lavoro: dei vissuti, delle difficoltà, dei conflitti. Si partirà da racconti personali o di conoscenti per individuare le forme comuni di oppressione e metterle in scena. Infine, con il Teatro-Forum, si cercheranno delle possibili alternative o vie d’uscita.

Lo stage è organizzato da Giolli Cooperativa sociale (Centro di Ricerca e sperimentazione teatrale sui metodi Boal e Freire) in collaborazione con l’Associazione “Fuori di teatro” e il patrocinio del Comune di Fidenza.

Lo stage, che sarà condotto da Roberto Mazzini di Giolli Cooperativa sociale, si terrà sabato 6 giugno dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30 al Centro socio-riabilitativo “Il Ponte” di via Piave 19/A.

I posti disponibili sono 20: 10 riservati ai disoccupati (per loro lo stage sarà gratuito) e 10 riservato agli occupati (costo 25.00 euro).

Le iscrizioni sono aperte fino al 30 maggio.

Per informazioni e iscrizioni: stage@giollicoop.it oppure tel. 0521 686.385

 

 

Il Teatro dell’Oppresso è stato fondato dal regista e attore brasiliano Augusto Boal negli anni ’60. Partendo da una ricerca esistenziale e metodologica, Boal approda a una forma di teatro politico e sociale nuova, dettata dalle limitazioni alla libertà imposte dai regimi dittatoriali in Brasile e Argentina e ispirata, dal punto di vista pedagogico, alle idee di Paulo Freire.

Il Teatro dell’Oppresso (TdO) è una forma teatrale educativa che mira, attraverso il teatro, a sperimentare le meccanizzazioni corporee e comunicative che le persone sedimentano nella vita quotidiana e a prenderne coscienza. La presa di coscienza è infatti il primo passo verso il cambiamento. Il TdO spinge le persone al confronto e al dialogo utilizzando tecniche che permettono di raccontare e rappresentare le “oppressioni”, per svelarne i meccanismi e cercare una soluzione. Il TdO ha una grande valenza sociale perché chiama il pubblico a essere parte attiva dello spettacolo.

 

 

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