Fidenza aderisce alla mobilitazione nata sulla rete.
Il Sindaco Massari: “Femminicidi e abusi, frutto di una cultura arcaica e inumana”
L’Assessora Frangipane: “2 anni di risultati per servizi veri a favore delle donne”
Fidenza, 20 giugno 2016 – “Da venerdì è appeso al Municipio un grande drappo rosso, che è al tempo stesso simbolo e scelta di campo di tuttà la nostra Comunità contro ogni forma di violenza sulle donne”.
Lo spiega il Sindaco di Fidenza, Andrea Massari, attraverso una nota congiunta con l’Assessore alle Pari Opportunità, Alessia Frangipane.
“Lo abbiamo fatto perché ogni giorno il mondo parla delle donne, della loro condizione sociale e lavorativa – commenta il Sindaco –. Ogni giorno le donne vivono e combattono discriminazioni e attacchi violentissimi nella loro sfera privata e pubblica. Ogni giorno diciamo tutto questo ma poi ci dobbiamo confrontare con una lunga serie di “ma”, “tuttavia” e “però” che colpiscono le donne e con loro noi tutti.
Una sottocultura arcaica e inumana, culla della follia femminicida, degli abusi, delle aggressioni e degli episodi di stalking in costante crescita. Stalking di cui anche un fidentino si è reso protagonista nei giorni scorsi, contro la sua ex compagna”.
Massari invita “tutta la Città a fare propria questa battaglia culturale, sapendo che abbiamo un’ottima legge regionale contro la violenza di genere, che chiama Istituzioni, Scuole, Associazioni ad un impegno collettivo”.
Gli strumenti di intervento sono illustrati con chiarezza dall’assessora Frangipane: “Fidenza è in prima linea per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne. Il drappo rosso è solo un simbolo senza potere se non ci sono servizi, Associazioni e Istituzioni che lottano. In questi due anni abbiamo lavorato proprio per rafforzare i servizi sociali sanitari e di accoglienza per le donne che subiscono violenza di genere. Disponiamo di una rete solida e strutturata che mette in comunicazione Forze dellOordine, medici, assistenti sociali, centro antiviolenza. E stiamo procedendo a programmare un’azione capillare di educazione nelle scuole perché è fondamentale lanciare una sfida culturale contro chi ancora pensa che le donne siano esseri inferiori”.